SCENARI E IPOTESI
Nei prossimi anni il settore immobiliare vivrà una nuova rivoluzione grazie alla direttiva europea sulle “Case green” e molti edifici dovranno essere ristrutturati. Serviranno nuove agevolazioni: per questo motivo il governo vuole cambiare il sistema dei bonus. Vediamo come.
Ma possiamo già dire che i bonus edilizi cambieranno rispetto a come li abbiamo conosciuti finora.
Direttiva Case Green, cosa prevede: dalle classi energetiche ai vantaggi per l’ambiente
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Piano nazionale integrato energia e clima. PNIEC
Cosa prevede la direttiva
Ricordiamo che la direttiva prevede che:
entro il 2030 gli edifici residenziali provvedano a migliorare le prestazioni energetiche di due classi, passando dalla classe G (la più bassa) alla classe E
entro il 2033 è previsto per le abitazioni meno efficienti un ulteriore salto sino alla classe D
a partire dal 2028 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero
per gli immobili non residenziali e quelli pubblici l’obbligo decorre a partire dal 2027 per il raggiungimento della classe E e dal 2030 per arrivare alla D
C’è anche da sottolineare che attualmente la definizione delle classi energetiche varia da Paese a Paese e che tali classi, in Italia, sono più ampie rispetto ad altri Paesi.
Quindi per avere un’idea reale su quanti edifici residenziali dovranno essere messi a norma, probabilmente meno di quanto ci si aspetti, bisognerà aspettare che si arrivi ad una classificazione omogenea in tutti gli Stati dell’Unione.
Quando scatta l’obbligo e le esenzioni
Se in una casa ci si abita già non c’è obbligo di applicazione della direttiva, gli interventi di miglioramento energetico scattano nel momento in cui si mette una casa in vendita, quando la si ristruttura o quando si affitta a un nuovo inquilino.
Il testo prevede inoltre che ogni Paese possa escludere dalla norma sino al 22% degli immobili sul totale parco immobiliare e, in ogni caso, sono esenti i monumenti, le case abitate per meno di quattro mesi l’anno (seconde case), le abitazioni indipendenti di meno di 50 mq, gli edifici residenziali di edilizia pubblica, i palazzi storici protetti, i monumenti, le chiese e gli altri edifici di culto.
Incentivi e agevolazioni
Dopo lo stop alla cessione del credito e dello sconto in fattura, anche lo strumento del Superbonus risulta non troppo utilizzabile dato che, per eseguire i lavori di riqualificazione, è necessario disporre dell’adeguata liquidità per anticipare le spese e poi detrarle in dichiarazione dei redditi.
Lo stesso vale per gli interventi che rientrano negli altri bonus edilizi che, pure, si potranno scontare esclusivamente dalle tasse.
Si renderà dunque necessaria qualche forma di contributo e di agevolazione da parte della Ue e da parte dei Governi nazionali a sostegno delle famiglie, in particolare quelle più disagiate, per far fronte alle spese di riqualificazione.
A questo proposito, da una nostra indagine emerge che solo un italiano su cinque è disposto ad adeguarsi e quasi 15 milioni hanno dichiarato che lo faranno solo a fronte di aiuti economici da parte dello Stato.
I “nuovi” bonus del governo per ristrutturare casa: cosa cambierà
Il 14 marzo il Parlamento europeo ha approvato la proposta di Direttiva europea sulle “Case Green”- Case Verdi che intende ridurre il consumo energetico e le emissioni prodotti nel settore edilizio spingendo alle ristrutturazioni del patrimonio immobiliare per migliorare la classe energetica entro precise scadenze.
Un provvedimento dal forte connotato politico, di grande “coraggio ambientale” ma di forte impatto sul settore delle costruzioni residenziali. Eppure, al di là delle innegabili difficoltà applicative, della contrarietà di diversi Paesi fra cui il nostro, i vantaggi sia per l’ambiente che per i coloro che le case green le abiteranno, sono tanti e non sempre così evidenti.
Cosa prevede la Direttiva Case Verdi
La proposta di Direttiva sulle Green House ha un obiettivo dichiarato: la sostanziale riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico nel settore edilizio entro il 2030. Perché? Perché l’Europa si è posta l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e questa direttiva è una delle tante tappe di questo percorso intrapreso con il Green Deal Europeo.
Nel mirino dell’Europa ci sono gli edifici “energivori”, inefficienti sotto il profilo energetico e che quindi consumano troppo. I nuovi edifici, tanto per cominciare, dovranno essere a emissioni zero già dal 2028 e se gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno esserlo già dal 2026. Dovranno rinunciare gradualmente alle caldaie a combustibile fossile, dotarsi di tecnologie solari (pannelli e impianti solari) entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali da ristrutturare si potrà aspettare il 2032.
Entro il 2030 tutti gli edifici (e qui nascono i reali problemi) dovranno raggiungere la classe energetica E, e la D entro il 2033. Quelli non residenziali e pubblici dovranno raggiungere rispettivamente la classe E entro il 2027 e D entro il 2030. Quindi, in Europa la classe G (attualmente la più bassa) dovrà corrispondere solo al 15% degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori in ogni Stato membro.
Dopo aver cambiato il Superbonus, il governo vuole stravolgere il sistema dei bonus edilizi. Negli ultimi anni gli incentivi per ristrutturare casa si sono moltiplicati: lo scopo era quello di rendere più efficienti le case degli italiani, che in larga parte sono di una classe energetica bassa, ma nei fatti i bonus sono costati decisamente più del previsto rispetto ai risultati raggiunti e hanno affossato i conti dello Stato.
Da dove arrivano le idee del governo sui nuovi bonus edilizi
Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) ha comunicato di aver trasmesso a Bruxelles la proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), in cui sono elencati gli obiettivi nazionali da raggiungere al 2030 su efficienza energetica, fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni di CO2 e i relativi strumenti per raggiungerli. In realtà, il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha poi detto di aver inviato alla Commissione europea solo una sintesi, mentre il documento esteso è in fase di “drafting, di definizione e impaginazione revisione finale”. Nella pagina dedicata della Commissione europea non risulta infatti il Piano italiano, che andava inviato entro il 30 giugno 2023.
nelle 414 pagine della bozza c’è anche il riordino dei bonus edilizi che ha in mente il governo, oltre a un consuntivo – poco aggiornato -, sugli interventi realizzati finora grazie alle varie detrazioni fiscali sui lavori di ristrutturazione. L’orizzonte per un nuovo meccanismo di incentivi è lungo e gli investimenti previsti sono ingenti.
Ristrutturare casa perché lo chiede l’Europa, davvero?
Per diminuire il consumo di energia e le relative emissioni nell’atmosfera “Occorrerà agire diffusamente con misure estreme anche nella riduzione dei consumi e delle emissioni inquinanti – anche – del settore residenziale”, si legge nel documento. Si arriverà all’obiettivo potenziando “le politiche e le misure per promuovere efficienza energetica nel settore residenziale, identificando nuovi strumenti per il coinvolgimento dei privati e del settore pubblico nella riqualificazione del parco edilizio esistente nazionale”. E la direttiva “Case green” rende ulteriormente urgenti questi cambiamenti.
Come sarà il nuovo Superbonus
La direttiva europea per ristrutturare le case e portarle a una soglia minima di efficienza energetica non è ancora stata definita. Tuttavia, è noto che il parco immobiliare italiano ha bisogno di adeguarsi a nuovi standard, per inquinare meno e permettere ai cittadini di risparmiare energia. In Italia, gli edifici residenziali sono circa 12,4 milioni, con quasi 32 milioni di abitazioni. Oltre il 60 per cento è stato costruito più di 45 anni fa e si vede dai dati a disposizione sulla classe energetica degli edifici: più della metà si trova infatti nelle due classi peggiori, F e G.
La classe energetica degli edifici in Italia (Fonte: Enea)
Ma cosa prevede di fare il governo? Nel Pniec si parla di una “riforma generale delle detrazioni” con un approccio “integrato ed efficiente”. Vuol dire che si andrà sempre più verso una convergenza dei vari incentivi previsti attualmente magari concentrandoli in un’unica misura. A oggi è infatti possibile ristrutturare casa per varie esigenze tramite diversi bonus edilizi:
- Superbonus: attivo fino al 2025 con una detrazione dilazionata in 4 anni e aliquote decrescenti (90%, 70%, 65%) a seconda del tipo di soggetto beneficiario;
- Ecobonus: riconosce fino al 2024 una detrazione dilazionata in 10 anni e con aliquote variabili (50-75%) in base al tipo di intervento efficienza energetica realizzato;
- Bonus facciate: finanziato fino al 2024 e riconosce una detrazione dilazionata in 10 anni e con aliquote variabili per interventi di rifacimento di facciate e balconi, compresi gli interventi di isolamento termico;
- Bonus casa: dà diritto al 50% di detrazione spalmabile su 10 anni per singoli interventi di riqualificazione degli edifici, compresi interventi di efficienza energetica;
- Bonus elettrodomestici: serve ad acquistare elettrodomestici ad alta efficienza con un 50% di detrazione spalmabile in 10 anni;
- Sismabonus: riconosce, fino al 2024, una detrazione ad aliquote variabili (tra il 50 e l’85%) dilazionata in 10 anni per interventi di riduzione del rischio sismico degli edifici e anche di efficienza energetica;
Inoltre, la riforma prevederà più aliquote di detrazione a seconda dei miglioramenti che raggiungerà l’edificio in questione, da ottenere attraverso interventi con vari livelli di priorità. Il governo prevede che la durata di questi incentivi dovrà essere “almeno decennale” per centrare gli obiettivi su clima ed efficienza energetica e rispettare anche la nuova direttiva europea.
Gli interventi di riqualificazione ammessi dovranno essere sia singoli – energetici, sismici o abbattimento barriere architettoniche, ad esempio -, sia di riqualificazione energetica profonda, interessando vari settori:
- Efficienza energetica;
- Produzione da fonti rinnovabili;
- Elettrificazione dei consumi;
- Digitalizzazione degli edifici;
- Sicurezza sismica e antincendio;
- Riduzione consumi idrici;
- Uso del verde.
Chi potrà ristrutturare casa e a quali costi
Nella bozza inviata dal Mase a Bruxelles si legge che i nuovi bonus edilizi riguarderanno “prevalentemente” prime case, unità immobiliari con classe energetica bassa e unità immobiliari non storiche: in pratica quelle a cui dovrebbe essere rivolta la nuova direttiva europea Case green. Gli incentivi del futuro avranno una sola aliquota ridotta per interventi singoli o poche aliquote crescenti per gli interventi di riqualificazione energetica profonda, in base ai miglioramenti che otterrà l’edificio, tenendo anche conto delle performance sismiche nelle aree ad alto rischio.
Le aliquote per lo sgravio dovranno essere più favorevoli per le persone a basso reddito, i condomini con persone in condizione di povertà energetica e le case popolari. In generale, gli interventi energetici saranno considerati “trainanti” rispetto a tutti gli altri interventi a parità di aliquota. Riguardo i costi, viene sottolineata la necessità di garantire costi massimi specifici sia per singoli interventi che per interventi di riqualificazione energetica “profonda”, verificabili e unici per tutto il territorio nazionale.
Sono anche previsti degli strumenti finanziari per aiutare chi ristruttura casa, come finanziamenti a tasso agevolato anche a copertura totale dei costi, oltre alla cessione del credito e condizioni di favore per chi rientra nei parametri della “povertà energetica”. Ma di quanti edifici stiamo parlando? Le case nelle due classi più basse, F e G, sono 7,7 milioni: dovrebbero essere queste a dover fare il “salto” di classe energetica passando alla E entro il 2030, almeno secondo la versione non definitiva della direttiva europea.
Questi interventi permetteranno di inquinare meno e di risparmiare energia: il Mase stima che tramite nuovi interventi finanziati dalla riforma si potranno risparmiare da qui al 2030 circa 32,5 Mtep (Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), con il 2030 anno di picco con oltre 5 Mtep risparmiati. Bisogna considerare che nel 2021 – dato più recente disponibile -, il consumo finale di energia in Italia è stato di 114,6 Mtep.
L’energia risparmiata in Italia con i lavori di ristrutturazione edilizia (Fonte: Mase)
In sintesi, la riforma che ha in mente il governo porterà a pochi se non a un unico bonus per ristrutturare casa, con aliquote variabili da rapportare al reddito, superando i problemi di equità del Superbonus che poteva essere richiesto a prescindere dalla ricchezza. A riguardo, sono previsti anche finanziamenti a tassi agevolati per chi si trova in condizioni di povertà energetica. Tuttavia, non conosciamo ancora i criteri per definire le nuove classi energetiche europee e per questo è difficile fare una previsione sul numero preciso di case da ristrutturare.