Breve guida sulle fonti di liquidità per le imprese e come farsi guidare da una società di mediazione creditizia.
La carenza di liquidità è un problema che da sempre affligge gran parte delle imprese Italiane, ma la chiusura delle attività resasi necessaria per frenare l’epidemia di Coronavirus ha scatenato una vera e propria crisi, i mediatori creditizi possono essere una valido ausilio per l’impresa.
In questa breve guida abbiamo voluto fornire una panoramica delle fonti di finanziamento, tradizionali e innovative, a cui le imprese possono attingere per ottenere liquidità nel più breve tempo possibile e che potranno essere utili anche quando l’emergenza potrà finalmente dirsi conclusa.
Dove intervenire?
Prima ancora di analizzare le possibili soluzioni, ti consigliamo di verificare, bilanci alla mano, la tua attuale situazione economico-finanziaria. Sotto quale aspetto l’impresa è più in difficoltà?
Verificarlo ora, sulla base dei dati di bilancio precedenti l’attuale crisi, permette di fotografare i punti di forza e di debolezza della gestione finanziaria della società ed evitare scelte non sostenibili a lungo termine. Credit-One S.p.A. può aiutarti ad identificare facilmente dove intervenire. All’interno dei report, ogni indice di bilancio è accompagnato da un semaforo che indica se l’impresa è solida sotto il profilo della solvibilità, liquidità e redditività.
Finanziamenti con il Decreto Liquidità: chi ne può agevolare?
Parlando di fonti di liquidità per le imprese, vediamo innanzitutto di chiarire alcuni dubbi attorno alle misure introdotte con il Decreto Liquidità. Chi può accedere ai fondi mobilitati dallo Stato? E soprattutto, chi ha diritto ai famosi 25mila euro?
Innanzitutto chiariamo che non si tratta di finanziamenti a fondo perduto, ma di prestiti bancari assistiti da garanzia pubblica. Per accedervi è necessario chiedere un regolare finanziamento dalla propria banca.
Per le imprese fino a 499 dipendenti e professionisti già titolari di partita IVA, il Decreto Liquidità prevede una garanzia del 100% su finanziamenti pari al 25% dei ricavi dell’impresa e in ogni caso non superiori a 25mila euro. Per importi superiori, fino ad un massimo di 5 milioni, la garanzia pubblica può arrivare a coprire fino al 90% del valore del credito. È possibile in ogni caso arrivare ad una copertura del 100% nel caso in sul finanziamento ricada anche la garanzia di un Confidi.
L’invoice trading
Per effetto del Decreto, anche le imprese in difficoltà possono ottenere più facilmente credito dalle banche. Tuttavia, per un’impresa già fragile sotto il profilo della solvibilità, un ulteriore prestito potrebbe causare una situazione di sovraindebitamento difficile da superare.
Anche in questo caso, può essere utile ricorrere ad una delle soluzioni di cui abbiamo parlato più spesso: l’invoice trading.
Con questa formula, l’impresa può cedere attraverso piattaforme web specializzate le fatture non ancora scadute ad investitori qualificati e ricevere subito un acconto pari al 90% del valore del credito. Quando la fattura viene pagata, l’investitore ne incassa la somma e versa il saldo all’impresa cedente al netto dei costi di commissione (in genere tra l’1% e il 3%).
I tempi per l’erogazione del credito sono rapidissimi, nelle maggior parte dei casi le imprese ricevono la liquidità sul proprio conto corrente in meno di 3 giorni.
Ma non è questo l’unico vantaggio di questo strumento di finanza alternativa. La cessione delle fatture migliora anche la posizione finanziaria netta (PFN) e l’equilibrio economico-finanziario dell’impresa. Mentre la liquidità derivata da un finanziamento bancario figura anche tra i debiti dell’impresa, con l’anticipo sulle fatture si smobilizzano i crediti vantati nei confronti dei propri clienti e la liquidità così ottenuta non viene registrata tra le passività dell’impresa. Per lo stesso motivo, le operazioni di invoice trading non vengono segnalate alla Centrale Rischi.
In questo periodo l’inovice financing è una delle soluzioni più efficaci e rapide per portare in tempi brevi la liquidità di cui le aziende hanno bisogno. Secondo il report sulla finanza alternativa redatto dall’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, In Italia sono attivi 8 portali.
Chiaramente, l’invoice trading è una soluzione valida per chi può vantare numerosi crediti nei confronti dei propri clienti. Nella seconda parte di questa guida, vedremo altre fonti di finanziamento a cui le imprese possono attingere per ottenere liquidità in tempi rapidi.
Nella prima parte di questa guida abbiamo visto alcune delle fonti di finanziamento a cui le imprese possono ricorrere per ottenere liquidità in tempi brevi in questo difficile periodo.
Da allora la situazione non è molto cambiata. Certo, alcune imprese hanno potuto riprendere le attività, ma per molte la riapertura è posticipata ancora di qualche settimana. Senza contare gli inevitabili strascichi che quasi due mesi di lockdown avranno sui bilanci a fine dell’anno. In questa seconda parte continuiamo dunque la nostra ricerca e andiamo a vedere quali altri soluzioni il mercato propone.
Lending crowdfunding
Il lending crowdfunding rientra nella categoria del peer-to-peer lending, termine con il quale si definisce la categoria di finanziamenti erogati da privati verso altri privati. Le piattaforme di lending crowdfunding raccolgono i fondi di prestatori interessati a investire nell’economia reale e finanziano le imprese che fanno richiesta di credito. Il principale vantaggio di questa formula è la velocità con cui viene erogato il finanziamento, accreditato in genere in meno di una settimana dall’invio della richiesta
Vale tuttavia lo stesso discorso fatto per i finanziamenti bancari; trattandosi di veri e propri prestiti, vengono contabilizzati tra le passività dell’impresa andando a incidere sui valori del leverage. Nel caso in cui gli indici di solvibilità mostrino una situazione di elevato indebitamento, è consigliabile pertanto puntare su altre fonti di finanziamento.
Equity crowfunding
Una soluzione alternativa al lending crowdfunging è l’equity crowdfunding, una formula particolarmente valida anche per le start-up. In questo caso gli investitori investono nel capitale sociale dell’impresa ricevendo in cambio quote societarie in proporzione all’investimento effettuato. Generalmente la raccolta di capitali è vincolata al raggiungimento di una soglia minima, ma può proseguire anche una volta superata la cifra prefissata. I portali autorizzati da CONSOB a proporre campagne di equity crowdfunding in Italia sono oltre 35.
Direct lending
Il direct lending è in realtà un cappello sotto il quale rientrano diverse tipologie di finanziamento, tra cui lo stesso crowdfunding. Seguendo la classificazione adottata dagli Osservatori Entrepreneurship & Finance del Politecnico di Milano, con questo termine ci riferiamo in particolare ai finanziamenti alle imprese da parte di soggetti non bancari, erogati attraverso fondi di investimento sottoscritti da investitori qualificati. In alcuni casi, l’erogazione del credito può passare attraverso piattaforme Fintech specializzate, con vantaggi in termini di tempi più rapidi e costi contenuti.
Prima di optare per una o per l’altra soluzione, ricordiamo sempre di verificare prima la propria posizione economico-finanziaria, puoi farlo con noi tramite un mediatore creditizio richiedendo una consulenza a corporate@credit-one.it . Solo così potrai assicurarti di effettuare scelte economicamente sostenibili nel medio-lungo termine.