L’accesso al credito da parte delle Piccole Medie Imprese (PMI) costituisce sempre più una necessità, una sorta di linfa vitale, che tuttavia gli Istituti Bancari centellinano, restii come sono nel concedere linee di credito
Il periodo storico che tutti gli operatori economici si trovano attualmente a vivere è senza dubbio caratterizzato da una profonda crisi di liquidità. L’accesso al credito da parte delle Piccole Medie Imprese (PMI) costituisce sempre più una necessità, una sorta di linfa vitale, che tuttavia gli Istituti Bancari centellinano, restii come sono nel concedere linee di credito.
Per comprendere da cosa derivi l’atteggiamento più che prudente degli Istituti di Credito, si deve far riferimento al Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. Si tratta di un organo consultivo internazionale, costituito nel 1974 dai governatori delle banche dei 10 paesi più industrializzati (c.d. G10), avente come obiettivo la regolamentazione dei vari sistemi di vigilanza bancaria, al fine di assicurare la stabilità del sistema finanziario globale.
Il primo accordo del Comitato di Basilea viene raggiunto nel 1988 (c.d. Basilea I), il successivo nel 2004 (c.d. Basilea II) ed infine il terzo accordo viene concluso nel dicembre del 2010 (c.d. Basilea III).
Senza volersi dilungare su quanto stabilito nei singoli accordi, in estrema sintesi, vengono introdotti e man mano perfezionati degli standard internazionali per l’adeguatezza patrimoniale delle banche, in altre parole gli Istituti Bancari per ogni operazione di finanziamento concesso alla propria clientela, devono vincolare una percentuale del proprio patrimonio, percentuale che viene ponderata a seconda del rischio dell’operazione.
Per misurare il rischio di credito le Banche, si devono avvalere del rating: un giudizio che esprime l’affidabilità di un’impresa, sulla base delle informazioni quantitative e qualitative a disposizione. Ovviamente ad un rating più alto corrisponde un rischio più basso e conseguentemente un minor vincolo di capitale da parte della Banca.
Diretta implicazione degli accordi di Basilea è che le Banche lavoreranno sempre più esclusivamente con le aziende con un alto rating ovvero “solide”.
I nostri imprenditori devono recepire con urgenza i mutamenti in atto nel mondo finanziario e munirsi di sistemi di monitoraggio e valutazione dei dati contabili; operare delle simulazioni prima della chiusura del bilancio per prevedere il proprio rating; sviluppare delle attività di pianificazione economico-finanziaria; porre estrema attenzione nella redazione del bilancio di esercizio, atteso che una minima variazione delle voci di bilancio potrebbe causare un significativo incremento o decremento del rating; patrimonializzare le proprie aziende e dare molta importanza alle operazioni poste in essere con le banche, evitando ad esempio insoluti e sconfinamenti di fido.
Tali attività permetteranno di raggiungere un buon rating, chiave di volta, non solo per poter acquisire linee di credito dalle banche, ma anche per minimizzarne il costo. Per chi invece si farà cogliere impreparato si prospettano tempi duri.